Chi sono

Mi chiamo Daniela, mi chiedono dove siano i miei genitori praticamente in ogni situazione, tranne quando inizio a parlare e la storia di Benjamin Button inizia a sembrare un’autofiction. Tutta “sta filippica” solo per non inserire la mia età e dovermi ricordare di cambiarla ogni anno.

[nota di ottimismo e un pizzico di arroganza, per un sito agli esordi]

Scampata per un soffio al mondo strettamente scientifico, sono approdata alla filosofia; fortunatamente mia mamma i capelli bianchi già li aveva e la colpa non è ricaduta sulla mia scellerata scelta. Cresciuta a pane e Guccini, volavo alta sul pensiero del precariato e, innamorata delle parole, ho imboccato la strada dell’editoria.

Negli ultimi cinque anni ho lavorato prevalentemente con il digitale, muovendo i miei primi passi come redattrice per un giornale online, editando articoli e delineando direzioni editoriali, poi.

Ho continuato nell’ambito della didattica, creando contenuti formativi, ideando format multimediali, gestendo eventi online, coordinando lo sviluppo di piattaforme per aziende e clienti, che mi affidavano la propria idea e visione. Dal cassetto della mia scrivania, non esattamente ordinata, però il sogno che ci avevo rinchiuso, scalpitava e iniziava a essere difficile ignorarlo. Così, ho ripreso in mano manuali, mi sono armata di evidenziatori di ogni colore e sono tornata ai libri, all’editing.

Un po’ di caratterizzazione

  • Sono circondata da programmatori e, nonostante strenui resistenze, termini orribili come “triggerare” sono entrati a pieno titolo nel mio vocabolario
  • Ho un albero di Natale di circa due metri in salotto 360 giorni all’anno (se appare inquadrato in qualche incontro: no, non hai un’allucinazione)
  • Cerco adepti nella mia personalissima battaglia contro l’ovvero utilizzato in qualità di esplicativo
  • La differenza tra Lenin e Stalin a quanto pare mi importa molto, reo fu un capodanno di qualche anno fa, di cui i miei amici potrebbero raccontare grandi cose

Verità indicibili che potrebbero scoraggiarti dall’affidarmi la tua opera, ma che dovresti assolutamente sapere: odio le patatine fritte, il tiramisù è sopravvalutato e non ho mai visto Il re leone.